Il Canto dell'Acquavite
Giuseppe Conti (Firenze vecchia, cap. XXVII), 1899
[...] "Dalla farmacia Forini - di cui anch’oggi si ammira il cartello intagliato dal Duprè - fino alla cantonata di Calimaruzza, tutte le mattine si mettevano in fila i muratori senza lavoro, aspettando che qualcuno andasse a cercarli per prenderli a giornata; e quel pezzo di strada si chiamava il Canto dell’Acquavite; perchè quei muratori mentre aspettavan di lavorare, per non render conto a Dio dell’ozio, ogni poco andavano da un droghiere che c’era sulla cantonata di Condotta a prendere un bicchierino.
Di qui nacque il dettato che quando un lavorante era a spasso, si diceva che era sul «Canto dell’acquavite.» Ma su quel canto ci andavano anche coloro che la bastonavano la voglia di lavorare" [...]
L'acquavite è una probabile invenzione del medico Michele Savonarola da Padova (1), vissuto nella seconda metà del XV secolo e che introdusse la prima apparecchiatura per la produzione di un'acquavite distillata dal vino.
La bevanda alcolica venne identificata con la quintaessenza dell'uva e, dal momento che l'uva era collegata al sole e che il sole era considerato fonte primaria di vita, il distillato venne chiamato aqua vitae, acqua della vita. Era considerata un vero toccasana, efficace contro le malattie.
(1) Giovanni Michele Savonarola (Padova, 1385 – Ferrara, 1468) è stato un medico, umanista e scienziato italiano.
Medico tra i più famosi del Quattrocento, fu professore all'Università di Padova e all'Università di Ferrara. È il nonno del frate domenicano Girolamo Savonarola.
Quella del ceppo di Natale o ceppo natalizio o ciocco natalizio è considerata una delle più antiche tradizioni natalizie.
Una famiglia scopre una stanza segreta a Palazzo Pitti, rivelando un quadro perduto. La curiosità è un viaggio che arricchisce tutti, anche noi.
Mi piacerebbe presentarvi un uomo, fra i pochi, che non è stato mai cattivo con me; un giorno sparì e rividi solo le sue interiora, i suoi “quartiâ€, i quali rimasero attaccati ai pali ed al canto del Mercato Nuovo
La Villa del Poggio Imperiale a Firenze, un tempo posseduta dai Baroncelli, Salviati e Medici, è stata abbellita da vari granduchi toscani.