Guglielmo Libri, un ladro bibliofilo

Il conte Guglielmo Libri intraprese gli studi presso l'Università di Pisa nel 1816, iscrivendosi alla Facoltà di Giurisprudenza. Tuttavia, la sua vera passione per la matematica e la bibliofilia lo spinsero presto a dedicarsi a queste discipline. Si laureò nel 1820, e i suoi primi lavori attirarono l'attenzione di eminenti studiosi come Charles Babbage, Augustin-Louis Cauchy e Carl Friedrich Gauss.

Guglielmo Brutus Icilius Timeleone Libri Carucci dalla Sommaja

Guglielmo Brutus Icilius Timeleone Libri Carucci dalla Sommaja nacque a Firenze il 2 gennaio 1802, figlio di Giorgio, conte di Bagnano, e Rosa Del Rosso, entrambi provenienti da famiglie toscane di antica nobiltà. Nonostante la sua salute fragile e le difficoltà familiari durante l'infanzia, ricevette un'educazione eccellente e si iscrisse all'Università di Pisa a soli 14 anni, dedicandosi inizialmente agli studi giuridici e successivamente alle scienze naturali, laureandosi nel giugno 1820. Il suo primo lavoro scientifico, "Memoria sopra la teoria dei numeri" (Firenze 1820), lo rese noto in Italia e all'estero, attirando l'attenzione di eminenti scienziati come C. Babbage, A.-L. Cauchy e K.F. Gauss. Dal 1821 fu membro dell'Accademia dei Georgofili e nel 1824 fu nominato socio corrispondente dell'Accademia delle scienze di Torino. A ventun anni, nel 1823, divenne docente di fisica matematica all'Università di Pisa, ma rinunciò all'insegnamento nel 1824 per visitare i principali centri scientifici europei.
Durante il suo soggiorno a Parigi, il Libri entrò in contatto con importanti figure scientifiche e politiche, presentando studi di matematica e fisica all'Académie des sciences e stringendo amicizia con F. Guizot. Al suo ritorno in Toscana nel 1825, iniziò a pubblicare numerosi lavori matematici e fisici in francese per ampliare la diffusione dei suoi risultati.
Il volume "Mémoires de mathématique et de physique" (Pisa 1827), successivamente ristampato nel 1829, raccolse gran parte dei suoi studi, concentrati sulla teoria dei numeri, la risoluzione di equazioni indeterminate, le funzioni discontinue e la teoria del calore.
Parallelamente, Libri si interessò alla storia della scienza, progettando inizialmente una storia della "riforma scientifica" nella Toscana del XVII secolo. Questi interessi lo portarono a cercare manoscritti e documenti d'archivio e a sviluppare una grande passione per i libri.
Dopo un periodo di turbolenze politiche a Firenze, Libri lasciò nuovamente la città nel 1829, recandosi a Milano e successivamente a Parigi, dove consolidò la sua posizione accademica e sviluppò il suo interesse per la storia delle scienze. Nel 1833 ottenne la cittadinanza francese e divenne membro dell'Académie des sciences.
Le sue ricerche matematiche continuarono, ma Libri ampliò ulteriormente il suo progetto storico, scrivendo la "Histoire des sciences mathématiques en Italie, depuis la renaissance des lettres jusqu'à la fin du XVIIe siècle" (Parigi 1838-41), un'opera classica non completata ma di grande importanza.

Libri non solo eccelse come matematico, ma dimostrò anche una passione profonda e un'expertise senza pari come bibliofilo, sebbene con un approccio unico: non esitava a strappare le pagine dei libri che gli interessavano di più. Tuttavia, la sua fama era soprattutto quella di un incredibile e audace ladro di libri. Gran parte dei suoi furti furono diretti contro la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze e diverse biblioteche francesi. Sfruttò la sua vasta erudizione e competenza in materia quando fu nominato Segretario della Commissione del Catalogo generale dei manoscritti delle biblioteche pubbliche francesi.
Col passare del tempo, la sua attività criminosa divenne sempre più audace e frenetica, attirando i primi sospetti. Quando Libri intuì che la sua scoperta era imminente, fece trasportare in Inghilterra 18 grandi bauletti contenenti il bottino (stimato in almeno 30.000 pezzi) e fuggì a Londra. Qui entrò in contatto con Antonio Panizzi, direttore della British Library. Alla metà degli anni '40, la sua biblioteca personale comprendeva oltre 1800 manoscritti e 40.000 volumi stampati, acquisiti da aste, fondi privati e, in parte, come emerse successivamente, attraverso l'appropriazione indebita. Dopo una denuncia anonima di furto, Libri vendette la sua collezione a lord Bertram Ashburnham.
Formalmente denunciato nel 1848, nel 1850 la Corte d'appello di Parigi lo condannò in contumacia a dieci anni di prigione. Nello stesso anno fu sostituito da Gabriel Lamé alla cattedra di matematica del Collège de France. Grazie all'influenza di amici potenti, riuscì a recuperare le sue carte e libri, circa 15.000 volumi, ancora conservati a Parigi, alla fine del 1857. Pur arrivando in Inghilterra con solo i "suoi" libri, visse agiatamente tra lusso e ricchezza. Per ottenere questo risultato, vendette il suo bottino sul mercato antiquario inglese: con due grandiose aste organizzate nel 1861, ottenne oltre un milione di franchi, una somma considerevole considerando che, in quei tempi, la paga media giornaliera di un lavoratore era di quattro franchi.
Nel 1868, ammalatosi, decise di fare ritorno in Italia e si stabilì in una villa a Fiesole, dove morì l'anno successivo. Venne sepolto nel Cimitero delle Porte Sante di Firenze. Dopo la sua morte, sia il governo francese che quello italiano riuscirono a riacquistare una parte significativa delle opere sottratte, negoziandone l'acquisto con l'erede di lord Ashburnham, contribuendo così a reintegrare in parte le collezioni delle biblioteche depauperate.
Nel febbraio 2010, presso un'università privata della Pennsylvania, è stata scoperta una lettera di Cartesio datata 27 maggio 1641, indirizzata all'amico Marin Mersenne. Quattro cartelle ritenute molto importanti dagli studiosi del grande matematico e filosofo francese, facenti parte dell'inventario delle opere rubate da Libri e considerate ormai disperse, sono state restituite all'Institut de France l'8 giugno dello stesso anno.

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