La Fortezza di Botticelli

La Fortezza di Botticelli
 

Nella sua esaustiva analisi delle opere di Botticelli, Vasari menziona inizialmente la Fortezza, ora ospitata nella Galleria degli Uffizi. Nel 1469, i fratelli Pollaiuolo ricevettero la commissione dalla Mercanzia di Firenze di dipingere una serie di pannelli raffiguranti le virtù. Nel 1470, l'incarico di dipingere la Fortezza fu assegnato a Botticelli. Questa assegnazione precoce indicava che Botticelli aveva già dimostrato il suo talento artistico, nonostante fosse uscito da poco tempo dalla bottega di Lippi. Tuttavia, lo Streeter, nella sua dettagliata biografia del maestro, ipotizza che Botticelli abbia inizialmente lavorato nella bottega dei Pollaiuolo e poi ricevuto l'importante incarico. Ma, considerando che Botticelli aveva già ventisei anni nel 1470, un'età che non suggerisce un artista ancora sotto la guida di un maestro, questa teoria sembra poco plausibile. Inoltre, le opere della prima giovinezza di Botticelli non mostrano alcuna influenza dai Pollaiuolo.

Fortunatamente, recentemente, il Mesnil ha scoperto documenti che forniscono nuove informazioni su questa commissione significativa. Secondo questi documenti, a seguito di un'istanza di Tommaso Soderini, la commissione della Mercanzia assegnò a Botticelli una parte del lavoro originariamente commissionato ai Pollaiuolo. Questi documenti rivelano anche il pagamento di 20 fiorini larghi per ciascun pannello. Pertanto, l'importante incarico di Botticelli non proveniva dai Pollaiuolo, come suggerito da Streeter, ma da una commissione di livello superiore che sembrava non essere soddisfatta dell'opera dei Pollaiuolo. Questa commissione si rivolse a Botticelli, un artista il cui talento si stava già affermando in Toscana.

Se è vero, come sembra probabile, che prima della Fortezza, Botticelli aveva già completato opere come la Madonna di Santa Maria Nuova, quella del Roseto, quella dell'Ospedale degli Innocenti e quella della Galleria Corsini, allora il suo nome doveva essere noto tra i migliori artisti fiorentini della sua epoca. Nella sua rappresentazione della Fortezza, Botticelli adottò uno stile che richiamava quello dei Pollaiuolo. Tuttavia, ha incorporato elementi che aveva appreso dalla scuola di Lippi e sotto l'influenza di Verrocchio, creando una sintesi straordinaria tra l'approccio di questi maestri. Ha reinterpretato con audacia il naturalismo dei Pollaiuolo e l'idealismo di Lippi, dimostrando la sua capacità di assimilare diverse influenze senza perdere la propria identità artistica.

Nella sua rappresentazione, la Fortezza è una figura maestosa che siede su un trono riccamente decorato, indossando abiti guerreschi e reggendo uno scettro scintillante con entrambe le mani. Tuttavia, a differenza delle allegorie medievali, non è una figura gigantesca con un leone ai piedi e una clava minacciosa alzata in alto. È piuttosto una donna toscana forte e dignitosa, sicura della sua forza, che guarda con determinazione senza timori o preoccupazioni.

La grandiosa figura di Botticelli trasmette una calma e una sicurezza straordinarie, rendendo l'allegoria viva e accessibile senza astrusità o sforzi eccessivi. La sua monumentalità ben concepita conferisce alla figura un senso di verità e vitalità straordinari. In questa rappresentazione, Botticelli ha abilmente adottato principi decorativi non solo nel trono sontuoso ma anche nell'intera figura, con proporzioni insolite e un costume scultoreo dalle pieghe nitide. Al contrario, le sei allegorie dei Pollaiuolo, concentrando troppo sull'idealismo naturalistico, risultano convenzionali e retoriche, prive di carattere e spirito.

La Fortezza audace di Botticelli annuncia chiaramente una nuova era. La realizzazione di questa opera segna un momento cruciale nella carriera dell'artista, poiché dimostra il suo approccio al naturalismo audace dei Pollaiuolo e al realismo predominante nell'arte fiorentina. Da questa immersione in un'arte completamente diversa dai suoi ideali, Botticelli ha tratto una maggiore comprensione della prospettiva, dell'anatomia e del movimento, perfezionando la sua arte e aprendo la strada a ulteriori sviluppi artistici straordinari
 

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